Si comincia con il riscaldamento su musica per sciogliersi un po’. Il riscaldamento serve per fare il punto e concentrarsi sulla relazione con l’altro. Bisogna provare a stare nel modo dell’altro, provare ad andare in contrasto con la musica: non pensate alle forme, pensate al ritmo e al corpo che si muove.
Cercare la semplicità in ogni cosa che fate. Abbiate la convinzione che quello che state facendo sia una cosa a cui tenete, con l’apertura al cambiamento però. Non siamo consumatori, siamo creatori. Non siate paranoici, siate concreti. Lasciate che siano gli altri a dire che siete pazzi, non voi. Il personaggio, lasciate che vi sia simpatico, dovete volergli bene. La differenza tra puro gioco carnevalesco e personaggio è che io gli metto una storia dentro, non solo nel cervello ma nel corpo, che può ridere, che può piangere.
Ognuno di voi pensi a un fatto che ha vissuto e lo metta dentro a questo personaggio.
All’inizio è sporco, però ha un’anima. Sei tu che vuoi che sia vivo. E’ un modo per rendere immortali le cose. Provate a respirarci dentro: trovate la postura caratteristica, ma poi non potete tenerla sempre lì, rigida, non è realistico. Sporcateli questi personaggi, non siate pulitini. Che musica hanno dentro? Cercate il cuore del personaggio, non la forma esteriore. Ognuno di voi ha un modo per attingere al proprio bagaglio. Non gesticolate perché disperdete energia.