Sono in macchina, sto andando al corso di teatro. La so a memoria questa strada: faccio tutta via Stendhal, passo via Solari, poi giro in via Tortona, poi prendo la circonvallazione ... Sono ferma al semaforo all’incrocio tra via Tortona e via Stendhal. Sono contenta, rilassata. La giornata di lavoro è finita, tutte le ansie sono rimaste chiuse in ufficio e ora finalmente faccio quello mi piace. Ripasso a mente il monologo che dovevo imparare, sì dai lo so abbastanza bene. E’ verde, schiaccio l’acceleratore. C’è una coda infinita, rimango bloccata in mezzo all’incrocio e nel frattempo il semaforo diventa rosso. Ops, sto bloccando tutti. Il primo della fila che ha il semaforo verde mi guarda severissimo. Ho la faccia colpevole. Mi dispiace, davvero. Non volevo fare questo casino. Gli faccio capire con lo sguardo che sono mortificata, ma adesso cosa posso fare? Sono bloccata anche io, non posso andare indietro, non posso andare avanti. Capisco, dovevo essere lungimirante: non ci si muove finché non si è liberato il posto per la tua macchina oltre il semaforo. E’ una regola di convivenza civile, lo so, è vero. Lui, il tassista, accenna un sorrisino malevolo e poi comincia ad applaudire a ritmo regolare. Dice anche qualcosa a ritmo con le mani. Leggo il labiale: brava! Brava! Brava! Senta, mi dispiace, veramente. Avrei dovuto pensarci prima, ma non l’ho fatto, ero sovrappensiero, va bene? Lei hai ragione, sono le sette e ha da fare e adesso per colpa mia sta perdendo cinque preziosissimi minuti. Però, più che scusarmi cosa posso fare?! Brava! Brava! Brava! Niente, nessuna pietà, nessuna comprensione, continua e continua e continua brava, brava, brava e applaude con sdegno. Ma insomma! Ma perché è così poco comprensivo? Ho davvero fatto una cosa così grave da non poter essere perdonata neanche dopo essermi mostrata tanto pentita?! Senta ma lei ha un cuore d’acciaio. Avanti, su, lo dica che si sta sfogando con me solo perché sono una donna al volante… Brava! Brava! Brava! Se non la smette subito, gliela faccio passare io la voglia di giudicare e insultare la gente così a caso senza conoscerla. Adesso io scendo e la coda te la infilo nel culo, chiaro?! Vaffanculo brutto stronzo merdoso che non hai un cazzo di meglio da fare nella vita che rompere i coglioni a me, VAFFANCULO!! Tiè! Tiè! Tiè! Sono completamente impazzita, invasata da una rabbia quasi omicida urlo come una pazza e faccio gestacci a finestrino.
Ecco, io temo la mia città perché può portare me, che tutto sommato sono innocua, a questo e altri a chissà che cosa.