Anni 94
Nome:Ardevilla Rosso in Vincenzi (Giovanni il marito)
Non ha figli.
E’ stata solo col marito.
Sta in Casa di riposo dalle suore, perché suo fratello è sacerdote
Città Natale Bologna (ma non parla in accento Bolognese perché ha origini di famiglia per bene)
“ Non puzzo! Mi son lavata. Due giorni fa. Mi ha lavato la suora.
Mi hanno cambiato il pannolone stamattina. Ho novantaquattro anni e cammino ancora da sola!
I negri puzzano perché vengono dall’africa e lì è diverso, non si lavano. C’è scritto”
“ Mi chiamo Ardevilla, ma anche Villa va bene. Rosso di cognome, Ardevilla Rosso in Vincenzi. Perché mio marito si chiamava Vincenzi Giovanni. Era tanto bravo mio Marito, mi voleva tanto bene. andavamo a ballare insieme, però io non ballavo perché lui era geloso. Lui sì, ballava con le altre. Suonava anche la chitarra, era tanto bravo.
Era geloso, però mi voleva d’un bene! Non potevo nemmeno guardare fuori dalla finestra o u
scire sul balcone perché lui non voleva.. Però ogni tanto uscivamo assieme a braccetto, e facevamo tutta via Rizzoli, a vedere i negozi, fino in piazza. Figli non ne ho. Ho un fratello sacerdote, mi ha mandato lui qui dalle suore, perché non avevo più nessuno.
..Suor Faustina è il diavolo in gonnella!
Non sono da sola qui ci sono tante signore.
Ad esempio la signora Lucia, novantasette anni, lucida, col bastone.
Poi Lucia è stata male, vomitava, La suora l’ha messa a letto ed è soffocata. Nel suo vomito. E il giorno dopo non c’era più. È morta così. Non aveva nessuno. Non si è mai sposata. Ma affittava una stanza di casa sua agli studenti. Non aveva figli, solo il nipote.
Ma a me trattano bene le suore perché sono sorella del sacerdote.
Giannina era la compagna di stanza della Lucia. Era un po’ matta. E la Giannina ha pianto tanto, era triste perché erano amiche. Dopo un po’ che non c’era più la Lucia, Giannina è andata dalla suora e le ha chiesto due succhi alla pera, che le piacevano tanto, li ha bevuti tutti e due, di colpo.
E il giorno dopo non c’era più. Lei prima di venire qui faceva la perpetua, cambiava i fiori sull’altare.
Sto male. Ho mal di stomaco. Mi vieni a trovare domani?”
“Qui è pieno di terroni. Qua dalle suore. Rubano. Avevo le ciabatte ieri, oggi non le ho più. Me le han prese loro, i terroni. Non sono italiani, sono terroni. L’italia è quella di re Vittorio Emanuele."