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 "Unreal City", da "The Waste Land", T. S. Eliot

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gaia.barbieri




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"Unreal City", da  "The Waste Land", T. S. Eliot Empty
MessaggioTitolo: "Unreal City", da "The Waste Land", T. S. Eliot   "Unreal City", da  "The Waste Land", T. S. Eliot Icon_minitimeVen Nov 25, 2011 6:40 pm

Under the brown fog of a winter dawn,
A crowd flowed over London Bridge, so many,
I had not thought death had undone so many.
Sighs, short and infrequent, were exhaled,
And each man fixed his eyes before his feet.
Flowed up the hill and down King William Street,
To where Saint Mary Woolnoth kept the hours
With a dead sound on the final stroke of nine.
There I saw one I knew, and stopped him, crying “Stetson!
You who were with me in the ships at Mylae!
That corpse you planted last year in your garden,
Has it begun to sprout? Will it bloom this year?
Or has the sudden frost disturbed its bed?
Oh keep the Dog far hence, that’s friend to men,
Or with his nails he’ll dig it up again!
You! hypocrite lecteur!—mon semblable,—mon frère!”

Traduzione:

Nelle nebbia marrone di un'alba d'inverno,
una folla fluttuava sopra London Bridge, così tanti,
non pensavo che la morte ne avesse disfatti così tanti.
Sospiri, corti e sincopati, venivano esalati,
e ogni uomo teneva gli occhi fissi davanti ai suoi piedi.
Fluttuavano su per la collina e giù per King William Street,
verso dove Saint Mary Woolnoth batteva le ore,
con un suono mortale sul colpo finale delle nove.
Lì vidi qualcuno che conoscevo, e lo fermai, gridando "Stetson!
Tu che eri con me sulle navi a Mileto!
Quel cadavere che hai piantato l'anno scorso nel tuo giardino,
ha cominciato a sbocciare? Fiorirà quest'anno?
O forse il gelo improvviso ha disturbato il suo letto?
Oh, tieni il cane -amico dell'uomo- lontano da lì,
o con le sue unghie lo disseppellirà di nuovo!
Tu ipocrita lettore! mio simile, mio fratello!".

P. S. il tema non è proprio "la città che vorrei o che non vorrei", ma trovo questa poesia geniale. Per me riesce a rendere l'idea dell'aspetto "cadaverico" della città, del suo ripetersi ciclicamente attraverso i secoli, del suo avvolgere gli uomini in una vita che non permette veri incontri o riconoscimenti, e che spesso non si distingue dalla morte.
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