IL PENDOLARE
[ho provato a metterlo a discorso diretto con battute, ma vorrei rivederlo ancora, non mi convince]
Tra le "virgolette" battute di altri pendolari.
Mi scusi, permesso…scusi, davvero! Mi perdoni, posso passare? Grazie, ecco, scusi…
Ahh! Eccomi. Pronta per i nove minuti più interminabili di ogni giornata. Si, perché ogni volta, purtroppo, riesco, spintonando, a salire sul treno.
“Treno? Vagone lungo 2 metri per 2 senza luce, con finestre bloccate con un lucchetto. Un posto dove anche le persone più timide e restie ai contatti umani si arrenderebbero.”
E questo uomo enorme? È altissimo e sudato! E questo?? Ma pensa che la mia faccia sia un comodino dove appoggiare lo zaino? Ma cosa fa? Cosa…Ma cosa ti muovi avanti e indietro? Ma non lo vedi che non c’è spazio! Che sei in preda agli ormoni adolescente? Cià giriamo la faccia dall’altra parte…cos’è quest…bene, proprio sul un’ ascella dovevo arrivare… Non ho neanche il raffreddore! E non muoverti che spandi l’odore!
“Ha detto qualcosa?”
No, no. Dai, dai che ce la fai a girarti…oh!
“Adesso ti spiego cosa ho visto l’altro giorno a studio aperto, non lo puoi immaginare, stavo proprio davanti alla tv, in accappatoio con la maschera all’argilla sul viso - tra l’altro l’argilla è la migliore, esfolia la pelle e la rende come la seta - insomma guardavo studio aperto, come tutti i giorni alle sei del pomeriggio, e la giornalista, quella bionda con i colpi di sole che fa sempre i reportage all’estero, presenta questo servizio a Madrid - bellissima Madrid, mai stata? Bè, dove una mandria enorme di uomini in mutande – slip principalmente, boxer pochi, a quanto pare agli spagnoli non piacciono – tutti in fila per entrare in un negozio cosi da uscirne vestiti! Ma insomma non ti sembra una cosa all’avanguardia?"
Voi cosa scegliereste odore di ascella o di alito di caffè appena bevuto? Perché mi sono girata?
“Attenzione, avvisiamo i gentili signori passeggeri che il treno viaggia con 10 minuti di ritardo, ci scusiamo per il disagio”.
Sono qui, come una mucca su un carro bestiame, sono qui.
“E adesso cosa succede?”
“Perche si sta…”
Ah ecco, attenzione attenzione il treno SI FERMA! Vi chiederete perché ma…non c’è da chiederselo, è perfettamente normale; poche sono le cause: per evitare di schiacciarsi contro un altro treno che sta arrivando che puntualmente ha sempre la precedenza, un guasto - la scusa più comune - , lavori sulle rotaie e per ultima, ma non per questo meno ovvia, il pazzo suicida che decide di farla finita.
Silenzio.
“Pronto amore, si sono sul treno amore, si è fermo amore, si quindi sono in ritardo amore…”
Che imbarazzo…
Sospiri, sbuffi - “Non si può”, “e che palle ”, “guarda te dove siamo finiti…”.
“Fa caldo, molto caldo, la situazione è insostenibile!”
“Ops, scusi” - si urta la signora bastarda e stronza, “Si, ma stia attento a cosa fa” – “Scusi, non ho fatto apposta” – “Non avrà fatto apposta, ma poteva stare più attento” – “Come posso stare più attento, se non riesco a guardare neanche chi ho alla mia destra?” – “Senta, stia calmina” – “Calimina?” – Silenzio “Ma guarda questo”(in privato) – “E dica le cose in faccia invece di borbottare” –
Queste sono quelle che io chiamo le contest da treno, come le sfide tra rapper. Tutto finisce sempre con un “tzz” (fatto dai due litiganti) accompagnato da un gesto molto poco carino. Oh mamma!siamo arrivati – tutti i passeggeri e dico tutti all’unisono, come un esercito che marcia ad una parata, si girano verso la porta che come miracolo si apre – Bene, fatti forza Sofia, stringi la tua borsa, stringi la tua vita e vai rassegnati alla mandria di mucche sempre e perennemente in ritardo causa treno ti travolgerà! Come in un tunnel mi portano fino alle scale della metro che scendiamo a quattro a quattro per catapultarci tutti a strisciare l’abbonamento, roteare tra i tornelli, arrivare davanti alle porte del metrò che…si chiudono a un palmo dal naso e si allontanano.
“Maciachini 3 min.”