A: Damasco è l'ombelico di un gelsomino / gravido / che diffonde la sua fragranza, /come un tetto, / in attesa del nascituro.
B: Una volta mentre andavo in ufficio nella Kearney Street, passando davanti alla biblioteca pubblica, m' imbattei in una casa demolita, che sembrava
giacere nella secca come una balena arenata.
C: Sulla sabbia della spiaggia / Oscar traccia il progetto. / Balza l' edificio / dalla sabbia della spiaggia. / Nel cemento neanche una traccia /
della pena degli uomini. / Le famiglie si chiudono / in cellule stagne. / L' ascensore senza tenerezza / espelle, assorbe / con cigolio monotono /
sostanza umana. / Nel frattempo da molto / sono finiti gli uomini. / Sono rimasti solo / tristi inquilini.
D: Sono nato a Marsiglia. Da padre italiano e madre spagnola. Da uno di quegli incroci di cui la città custodisce il segreto. Nascere a Marsiglia non è mai un caso.
Qui, chi un giorno sbarca al porto è per forza di cose a casa sua. Da qualsiasi luogo arrivi, a Marsiglia sei a casa tua... Marsiglia è familiare.
Fin dal primo sguardo... E' bella per questa familiarità, che è come pane da spartire fra tutti. E' bella solo per la sua umanità. Il resto non è altro che sciovinismo.
Io non sono sciovinista. Sono marsigliese. Cioè di qui, appassionatamente, e di ogni altro posto allo stesso tempo... mi piace credere che Marsiglia, la mia città,
non sia una meta in sé. Ma soltanto una porta aperta. Sul mondo, sugli altri. Una porta che rimanga aperta, sempre.
E: Milano: questa città è la più popolata d' Italia, grande e piena d'ogni sorta di artigiani e mercanti. Assomiglia abbastanza a Parigi e alle città francesi.
Le mancano i palazzi di Roma, Napoli, Genova e Firenze, ma per grandezza le vince tutte e l' affluenza di stranieri non è minore che a Venezia.
A: Damasco / carovana di stelle su una stuoia verde / due mammelle di braci e arance.
F: L' 8 gennaio 1990 l'ascensore mi sputò all'ultimo piano dell'edificio Yumimoto. La finestra in fondo all'atrio mi risucchiò come fosse l'oblò infranto
di un aereo. Lontano, molto lontano, c'era la città - tanto lontana che mi sembrava di non averci mai messo piede.
B: Una volta mi trovavo a Pittsburgh, in Pennsylvania, lì c'era proprio lo stesso odore di Oberhausen, nel territorio della Ruhr, dove sono cresciuto.
D: Marsiglia è città di luce e di vento... si esprime attraverso sole e mare. Viene percepita dal cuore grazie a un certo sapore di carne che è tutta la sua
amarezza e la sua grandezza. Allora, da Algeri, sentirete la voce di Albert Camus mormorarvi all'orecchio: "Sono spesso amori segreti quelli che
dividiamo con una città".
B: Una volta sono stato ad Algeri, ma mi ricordo solo di ciò che non si poteva vedere: le donne. Caffè notturni, ristoranti e strade animate
completamente senza donne.
G: Oggi la mia città è una Sissi col body in lycra. E' una Sissi col piercing, i capelli blu cobalto, una salamandra tatuata sul collo.
Ha ancora le dita affusolate della principessa, ma si mangia le unghie.
B: Una volta incontrai John Lurie in una via di Soho.
H: D'inverno la natura dorme e quando sogna appare la nebbia. Camminare dentro la nebbia è come curiosare nel sogno della natura: gli uccelli fanno
voli corti per non perdere l' orientamento, scompaiono i segnali e i divieti nelle strade, i veicoli vanno piano e si fa appena in tempo a riconoscerli
che spariscono... Gli autobus mescolano lentamente le nebbie dei vari quartieri.
I: E' fatta a strati. Ogni volta che ne sbucci uno ne resta un altro da sbucciare, e così via. La Città è così. Tu puoi prenderla così com'è con la sua pellicola
esterna. E' un bell'oggetto, con una sua eccentrica perfezione... Ma puoi anche provare a togliere la pellicola esterna e avrai ancora una cipolla... ogni
strato che viene sottratto non cambia la sostanza della cipolla... Allo stesso modo devi considerare le cose che sai sulla Città. Puoi decidere di fermarti
a un certo strato e accontentarti di quello... ma se sei il bravo viaggiatore che io credo che tu sia, devi andare avanti e provare a togliere ancora qualche strato.
E devi essere tu a farlo. Anche se la cipolla ti farà piangere non puoi lasciare agli altri il compito di farlo al tuo posto.
B: Una volta sulla piazza del mercato di Denpasar fui sorpreso da un acquazzone. All'improvviso apparve davanti a me una ragazza, che sembrava
completamente stregata dalla pioggia e come ipnotizzata ne afferrava le gocce.
A: Damasco / il corpo appassionato sul suo giaciglio / come l'arco / e la mezzaluna. / Damasco / frutto e guanciale della notte.
Note: A: Adonis - Memoria del vento.
B: W. Wenders - Una volta.
C: C. Drummond de Andrade - Sentimento del mondo.
D: J.C. Izzo - Aglio, menta e basilico.
E: M. de Montaigne - Viaggio in Italia, 1580.
F: A. Nothomb - Stupore e tremori.
G: M. Covacich - Trieste sottosopra.
H: B. Munari - Nella nebbia di Milano.
I: R. Alajmo - Palermo è una cipolla.
Ps: beh, ho sforato un po' anch'io, mi sa.........