Livia (Mariangela)
Da: Fosco Maraini, Gnòsi delle Fànfole
Proposta n.1 – la propongo come dialogo a 2, tra chi la dice e chi la traduce
Via Veneto
Il Trònfero s’ammalvola in verbizie
incanticando sbèrboli giocaci,
sbramìna con solènnidi e vulpizie
tra i tavoli e gli ortèdoni fugaci .
Più raro più sinferbo più merconio
il Plòcrate dagli occhi a dragonetti
scocolla barcoluto e invereconio
all’ora dei morfegi e dei gorbetti
Intorno convoltigiano le Sguince
allìcchere di giorcadi pornali
nel sole si smarmellano budrince
al neon s’affastigiano vetrali.
NOTE:
. Il Trònfero: il pottone, il bauscia. Colui che, pieno di sé (e spesso pieno di soldi mal guadagnati), si bea della propria condizione.
…s’ammalvola in verbizie: racconta smargiassate ruotando come un pavone (ogni riferimento al noto padre padrone del Piccolo Teatro di Milano è puramente casuale).
. incanticando sbèrboli: sorprendendo, facendo rimanere a bocca aperta, stuoli di giovani fans e codazzi di speranzosi discepoli. Ma attenzione a non confondere gli sbèrboli comuni ( Sbèrbolus vulgaris) con i più dannosi sbèrboli proletari (Sbèrbolus manescus) che sono quei giovani borgatari che preferiscono la violenza dello stadio alle pièce teatrali.
. …solènnidi e vulpizie: ossequiosi e furbette. Tipi comuni tra i tavoli di quei bar, protesi nell’affannosa ricerca dell’occasione che li farà “svoltare”.
. …ortèdoni fugaci: adulatori di passaggio.
. …Plòcrate…dragonetti: uomo politico esibizionista. Di solito non è un ministro, un segretario o un capocorrente, ma più semplicemente un neodeputato in cerca di una foto sulle cronache rosa. Lo sguardo a dragonetti è quel particolare lampo d’imbecillità che illumina gli occhi d’ogni fesso in carriera. I sottosegretari, invece hanno lo sguardo “busterigio”, che è meno vivo ma molto più maligno (è il modo di guardarsi durante le riunioni di gabinetto e la spartizione delle mazzette).
. scocolla barcoluto e invereconio: sopravanza dondolando baldanzoso, senza la minima vergogna d’appartenere a questo o quel partito.
. …morfegi…gorbetti: i morfegi sono così chiamati solo in Via Veneto, nel resto dell’Italia , secondo i posti, si chiamano “panuzzi”, “spunticelli” o “tramezzuoli”; in certe periferie o tra i baraccati si chiamano ancora “panini”. Diverso è il discorso per i gorbetti che sono universalmente conosciuti con lo stesso nome e, specie quelli con la bottarga, sono largamente preferiti ai sorpassati tranciarelli tanto amati dal cardinal Ratzinger e dalla regina d’Olanda.
. …convoltigiano le Sguince: ronzano tutt’intorno “signore” piacenti e scollacciate. Sguincia (in portoghese: sguayalonas) è colei che, dopo la morte, dovrà essere sepolta in piedi per compensare il tempo che in vita ha passato sdraiata di qua e di là.
. Allìcchere di giorcadi pornali: come dicevasi prima. È evidente che una sguincia non si tira mai indietro, specialmente quando si parla di partecipare a festini e ammucchiate (giorcadi pornali). Ciò non la scuote affatto, anzi la stimola (o allìcchera).
. …smartellano budrince: camminano facendo ballonzolare impudicamente i seni siliconati e quindi marmorei ma budrinosi (da “budrino”: budino di Budrio (BO) – 14.078 ab. Centro agricolo; fabbrica di ocarine).
. Al neon s’affastigiano vetrali: va da sé che di sera l’abbigliamento delle sguince è più importante, più fastoso e più “leggero”. Molto spesso, tali femmine lussuriose la sera indossano capi talmente trasparenti (vetrali), che celano agli sguardi del maschio soltanto ciò ch’è nascosto dall’epidermide.