La Città che vorrei
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.
La Città che vorrei

Laboratorio Permanente ATIR
 
IndiceIndice  Ultime immaginiUltime immagini  CercaCerca  RegistratiRegistrati  AccediAccedi  

 

 Centuria - Giorgio Manganelli

Andare in basso 
AutoreMessaggio
ric




Messaggi : 9
Data d'iscrizione : 24.11.11

Centuria - Giorgio Manganelli Empty
MessaggioTitolo: Centuria - Giorgio Manganelli   Centuria - Giorgio Manganelli Icon_minitimeDom Nov 27, 2011 2:48 pm

La città comprende duemilatrecentoventicinque tra viali, strade, vicoli, piazze, larghi, pubblici giardini; una, e una sola, di quelle strade è lunga esattamente trecentotrentasei metri; essa include ventun case, e due caffè, minuscoli e modesti. Sul lato sinistro per chi venga dal centro, si alzano alcune case assai più alte delle dirimpettaie; per cui, talora, la strada diventa estremamente oscura, in un modo che si potrebbe dire vizioso. La terza casa su quel lato sinistro è alta nove piani; otto piani comprendono quattro appartamenti; il pianterreno solo tre, uno dei quali è uno studio legale poco frequentato. Ogni appartamento comprende quattro stanze, eccetto lo studio legale, che ne possiede cinque. Al settimo piano, nell’appartamento sulla destra, vive una coppia. Quell’uomo e quella donna vivono insieme da otto anni, in quello stesso appartamento. È probabile che siano marito e moglie. Essi, a cominciare dal quarto anno di convivenza hanno preso ad aversi in uggia. Contribuiva a codesto sentimento il fatto che entrambi svolgevano lavori che li costringevano in casa quasi l’intero giorno. Dunque, essi si incontravano e davano impaccio molte volte in quella casa non molto grande. A partire dal quinto anno, i loro discorsi si sono diradati. L’uggia si è mutata in fastidio, infine in ostilità; oggi hanno finalmente raggiunto i sobborghi dell’odio. Tuttavia, nessuno medita di fare del male all’altro, ed in realtà ad essi risulta difficile pensare una vita senza l’altro, inclusi i sentimenti che l’altro suscita, tra cui l’odio. Passano ore silenziose a fantasticare ingegnosi omicidi, o innocue morti repentine; o una epidemia collaborativi. L’uno e l’altra, se volessero, potrebbero uscire di casa, e andare altrove; non sono ricchi, ma non sufficientemente poveri da non potersi svestire di quell’odio. Ma proprio svestire è un gesto difficile e impudico. Il loro odio è parte di un sistema che include dignità, speranza di morte, anche qualche traccia di religione. Inoltre, se essi si dividessero, in qual modo potrebbero spartirsi gli oggetti, che non sono più fatti di legno e di metallo, in modo che a ciascuno tocchi la stessa proporzione di sentimenti? Intanto, la città deperisce. Gli ecologi parlano di inquinamento, i rivoluzionari di sfruttamento, i preti di incredulità, gli ingegneri di instabili fondamenta. Nessuno ha preso in considerazione la coppia che abita al settimo piano della terza casa sulla sinistra, in una strada lunga trecentotrentasei metri.
Torna in alto Andare in basso
 
Centuria - Giorgio Manganelli
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» "L'ultima bestia" di Giorgio Gaber
» La Paura - Giorgio Gaber - Monologo

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
La Città che vorrei :: Testi :: Testi d'autore :: Testi di varia natura (monologhi, poesie, saggi, elenchi, articoli ecc.)-
Vai verso: