LEI Sì,ero una ragazza che passeggiava per le strade.
LUI Passeggiavi? Già allora?
LEI Non potevo stare a casa la sera. Uscivo. Diventavo una preda.
LUI Non esagerare.
LEI Hai ragione. Passeggiavo per strada,semplicemente.
LUI Anche adesso,passeggi per strada.
LEI Sì, passeggio. Ma è completamente diverso. Non ho più paura di essere stuprata.
LUI E di che hai paura?
LEI Di cosa potrei ancora avere paura?
LUI Dello stupro della tua anima.
LEI La mia anima? Non so neanche più cos'è.
LUI E i tuoi genitori non dicevano niente,quando tu passeggiavi per strada?
LEI Cosa ti fa credere che avessi dei genitori?
LUI Generalmente,la gente li ha. Tu non li avevi?
LEI Sì,ma avrei potuto essere orfana.
LUI Già,avresti potuto. E i tuoi genitori ti permettevano di passeggiare per strada la notte?
LEI Non ne sapevano niente. Non c'erano,dormivano,erano ubriachi...Avevo molte possibilità.
LUI Capisco. Allora passeggiavi e avevi paura di essere stuprata.
LEI Non proprio. Non avevo veramente paura.
LUI Capisco. E t'hanno violentata?
LEI Non proprio. E non per strada. Per strada,ero sola.
LUI Sola? Ti piaceva già così?
LEI Sì. Amavo la strada,il silenzio,la paura. Ti stavo già aspettando. E' là che preferisco sognarti,là,nella strada dove passeggiavo quand'ero ragazza. In un'altra città,in un altro paese. La strada era larga,fiancheggiata da piccole case bianche e da immensi ippocastani. All'inizio dell'estate gli alberi piangevano lacrime bianche,petali bianchi che coprivano il suolo di un manto così spesso che non sentivo neppure il rumore dei miei passi (chiude gli occhi) Cammino là,sola,corro,leggera come quei petali,ho un vestito bianco,i miei capelli scuri ondeggiano dietro di me. In fondo alla strada mi aspetti tu.
LUI No!
LEI Non vuoi?
LUI No! Non ero là! Non sono mai andato in quella città,l'hai inventata,non esiste!