Dice: vai a Milano che ci sono le sfilate. Lo so. Quello è un bel circo. Gli stilisti (i veri intellettuali del postmoderno,mi assicurano), le top model (adesso scrivono libri,giusto), la bella società: da riempirsi gli occhi e la testa, è sicuro. Quasi quasi ci andavo davvero. Ero già lì lì per andarci. Praticamente ero già partito. Non ci sono mai arrivato. Il fatto è che ti vedi allagare i giornali, a poco a poco, con quelle facce e quelle cronache mondane,come reportage da Marte,te le vedi arrivare fino alle prime pagine,e poi nei settimanali, e alla tivù,sei circondato, e più leggi più ti sembra tutto assurdo,e ti chiedi perchè,e cerchi di capire ma non capisci,irresistibile monta l'istinto a difendersi,a dire che tu non c'erntri,tu vivi nella vita vera,su Marte non hai agganci,sei un miserabile terrestre,lasciatemi giù,io non c'entro,non sono all'altezza:e tutto quello mi sembra una boiata pazzesca. Bisogna amarle almeno un po', le cose,per raccontarle. Così a Milano non ci sono andato: e per reazione sono finito a Modena.
A Modena fanno una cosa che sa di bei tempi andati, tipo la patata schiacciata col burro: a Modena leggono a voce alta. Voglio dire che fanno una stagione di serate,e quello che succede in quelle serate è che arriva uno,sale sul palco,si siede al tavolo,accende il microfono e legge.La gente entra gratis,si siede e ascolta.Sono anche piuttosto severi,nel fare le cose: si legge e basta,non si sta tanto a commentare,a fare lo show, a dire la propria.Leggono e basta. Poi tutti a casa.
Un lunedì sera,sul palco,c'era Stefano Benni.Con quella sua aria un po' lunare,capelli impazziti,occhi da buono e sorriso da Bugs Bunny. Si è seduto un po' di sbieco,s'è avvicinato il microfono alla bocca,e ha aperto tre libri:Landolfi,Volponi e Gadda.Quello che non dimenticherò è Gadda.Era annunciato e io,sotto sotto,speravo in qualcosa della "Cognizione del dolore". Invece Benni ha aperto "L'Adalgisa" e ha staccato due frammenti micidiali,due ritrattini della bella città milanese,due vere,perfette carognate di classe:i milanesi che vanno a concerto, i milanesi che vanno al ristorante. Roba di prima della guerra,ma continua a far male uguale. Stampati lì per sempre,i bischeracci,con una precisione da entomologo che spillona coleotteri da collezione.Ho visto Benni ballare,musica e coreografie di Carlo Emilio Gadda,uno spettacolo memorabile. Tutto con la voce,giusto le mani,ogni tanto, a disegnare qualcosa in aria. Ma ballava.E noi trecento,lì davanti,eravamo fermi sulla sedia,ma dentro ballavamo eccome,anche noi,in quella specie di sabba domestico,sghignazzando di quei bischeroni meneghini e dei loro ossobuchi di classe,divenuti in quell'istante icona riassuntiva di tutta la bischeraggine del pianeta,e vittime sacrificali del nostro non poterne più.