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 fosco maraini, fiore secco in libro vecchio

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livia




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MessaggioTitolo: fosco maraini, fiore secco in libro vecchio   fosco maraini, fiore secco in libro vecchio Icon_minitimeDom Nov 27, 2011 4:53 pm

Livia (Mariangela)

Da: Fosco Maraini, Gnòsi delle Fànfole
Proposta n.2 – idem, come dialogo, tra chi la dice e chi la spiega


Fiore secco in libro vecchio

Ricordi quando usavano le boppie
calate sui pitànferi supigni,
e légoli girucchi e panfe doppie
ornavano gli splagi e i pitirigni?

Oh zie, oh dolci zie in bardocheta
Voltatevi col glostro ricamato,
scendete per le scale a beta beta
dai màberi del tempo agglutinato!

Chissà laggiù se ancora la sbidiera
Gramugna lentamente a canta laghi
Nell’ufe coccia coccia della sera?
Or più non usa uscire sugli sbaghi
Guardando davanti a sé con aria altera,
tra i lùgheri, gli arcostoli, gli snaghi.

NOTE:

. Ricordi… le boppie: bei tempi quelli! Erano ancorai tempi che non conoscevano i pippibaudi, i tempi dell’ozono senza buco. L’espressione di Ovidio: “il tempo distrugge ogni cosa” (tempus edax rerum, Metamorfosi, XV, 234) è giusta e veritiera. Conclusione: sparite le boppie e arrivati i disc jockey e gli stlisti è stato un attimo. O tempora! O mores!

. …pitànferi supigni: e oramai non si usano più neanche i pitànferi: né supigni (quelli per lungo), né troniati (quelli per ritto).

. …légoli girucchi: orli a giorno col frullino.
…a panfe doppie: modo di ricamare tipico, nel Pistoiese, delle giovani donne da marito che si preparavano il corredo. “o quella che ce l’ha a panfe doppie?” – era il modo di dire dei giovani del posto che stava a indicare una ragazza altera, poco alla mano.

. …splagi: lenzuola di lino a due piazze.
…pitirigni: fazzolettini (sempre di lino).

. …bardo cheta: mantella di lana, che le anziane signore indossavano in casa, e fuori, per coprirsi le spalle dagli spifferi della tramontana. Pare che tornino di moda: ce ne sono già in commercio, firmate Versace, Dolce & Gabbana, Trussardi, Armani, ecc., a prezzi popolarissimi: appena sopra i 2 milioni.

. Scendete …a beta beta: calar le scale un po’ girati sul fianco, uno scalino alla volta, lentamente. Per non correre il rischio di scenderle a betaaaaaaaa…!

. Dai màberi: dai meandri (cfr. nei màberi mi persi…- Dante Alighieri, XII canto, Inferno).

. Chissà…della sera?: questo ricordo, questo domandarsi se la sbidiera gramugna ancora nell’ufe coccia coccia (calma calma) della sera, è struggente.

. …uscire sugli sbaghi: stare fuori dalla porta, sul panchetto a tre gambe (sbago), dopo il calar del sole. Usanza paesana definitivamente morta con l’avvento della tivvù e della IMOSP (imposta municipale occupazione suolo pubblico).

. …lùgheri: piccoli vicoli acciottolati.
…arcostoli: quei deliziosi portici in pietra e mattoni rossi, spesso coperti d’edera, caratteristici dei paesi d’un tempo. Sono spariti dopo l’avvento dei Piani Regolatori.
…gli snaghi: che, ahimè, sono del tutto scomparsi. Nella mia casa in campagna ne conservo uno ancora in discrete condizioni e, ogni volta che vi poso sopra lo sguardo, mi si stringe il cuore…

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