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 Il giardino dei gatti ostinati - Calvino

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lauretta.poin




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Il giardino dei gatti ostinati - Calvino Empty
MessaggioTitolo: Il giardino dei gatti ostinati - Calvino   Il giardino dei gatti ostinati - Calvino Icon_minitimeLun Nov 28, 2011 10:48 pm

Signora 1: Anche lei è amico dei gatti? Mi aiuta a buttare questo pacchetto di là del cancello per quelle povere bestiole?
Marcovaldo: Ma ditemi, perché stanno tutti qua, questi gatti?
Signora 1: E dove vuole che vadano? Solo questo giardino, c’è rimasto! Vengono qui i gatti anche dagli altri quartieri, per un raggio di chilometri e chilometri…
Signora 2: E anche gli uccelli su questi pochi alberi, si son ridotti a viverci a centinaia e centinaia…
Signora 3: E le rane, stanno tutte in quella vasca, e la notte gracidano, gracidano… Si sentono anche dal settimo piano delle case intorno…
Marcovaldo: Ma di chi è questa villetta?
Postino: E’ di una marchesa che ci abita ma non si vede mai…
Signora 4: Le hanno offerto milioni e milioni, le imprese edilizie, per questo pezzettino di terreno, ma non vuole vendere…
Signora 1: Cosa volete che se ne faccia, dei milioni, una vecchietta sola al mondo? Preferisce tenersi la sua casa, anche se va a pezzi, pur di non essere obbligata a traslocare…
Verduriere: E’ l’unica superficie non costruita nel centro della città… Aumenta di valore ogni anno… Le hanno fatto delle offerte…
Postino: Offerte soltanto? Anche imitazioni, minacce, persecuzioni… Sapeste gli impresari!
Signora 1: E lei resiste, resiste, da anni…
Signora 2: E’ una santa… Senza di lei dove andrebbero quelle povere bestiole?
Signora 3: Figuriamoci se le importa qualcosa delle bestiole, a quella vecchia spilorcia! L’avete mai vista dar loro qualcosa da mangiare?
Signora 2: Ma cosa volete che dia ai gatti se non ha niente per sé? E’ l’ultima discendente di una famiglia decaduta!
Signora 3: Li odia, i gatti! L’ho vista rincorrerli a ombrellate!
Signora 2: Perché le calpestavano i fiori delle aiole!
Verduriere: Ma di che fiori parlate? Questo giardino io l’ho sempre visto pieno d’erbacce!
Signora 3: E anche con gli uccellini: mai che dia loro una briciola di pane!
Signora 2: Dà l’ospitalità: vi sembra poco?
Verduriere: Tal quale come le zanzare, volete dire. Vengono tutte di qua, da quella vasca. D’estate le zanzare ci mangiano vivi, tutto per colpa di quella marchesa!
Postino: E i topi? E’ una miniera di topi, questa villa. Sotto le foglie secche hanno le loro tane, e di notte escono…
Signora 1: Per quel che riguarda i topi, ci pensano i gatti…
Verduriere: Oh, i vostri gatti! Se dobbiamo fidarci di loro…
Signora 1: Perché? Cos’ha da dire contro i gatti?
Postino: Dovrebbe intervenire l’autorità: sequestrare la villa!
Signora 2: Con che diritto?
Signora 4: In un quartiere moderno come il nostro, una topaia così… Dovrebb’essere proibito…
Signora 2: Ma se io il mio appartamento l’ho scelto proprio perché ha la vista su questo poco di verde…
Signora 4: Macchè verde! Pensate al bel grattacelo che potrebbero farci!
Anche Marcovaldo avrebbe avuto da dire la sua, ma non trovava il momento adatto. Finalmente d’un fiato esclamò:
Marcovaldo: La marchesa mi ha rubato una trota!
Da una finestra la marchesa disse:
Marchesa: Chi è?
Marcovaldo: Io, signora Marchesa, sarei quello della trota… Quel gatto l’aveva rubata a me, che sarei quello che l’aveva pescata…
Marchesa: La sua trota! Cosa vuole che ne sappia della sua trota! Con tutti i danni che subisco per via dei gatti! Una vita distrutta: prigioniera qui, senza poter muovere un passo!
Marcovaldo: Ma, scusi, chi la obbliga a restare?
Marchesa: Loro, mi tengono prigioniera, loro, i gatti! Oh, se me ne andrei! Quanto darei per un appartamentino tutto mio, in una casa moderna, pulita! Ma non posso uscire… Hanno paura che venda il terreno.. Non mi lasciano… non permettono… Quando vengono gli impresari a propormi un contratto, dovrebbe vederli, i gatti! Una volta avevo il contratto qui, stavo per firmare, e sono piombati dalla finestra, hanno rovesciato il calamaio, strappato tutti i fogli…
Marcovaldo s’allontanò in punta di piedi sulle foglie secche, mentre la voce continuava a uscire di tra le stecche della persiana.
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