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 DANIEL KEENE – da: DREAMERS “UN INCONTRO”

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Elena




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MessaggioTitolo: DANIEL KEENE – da: DREAMERS “UN INCONTRO”   DANIEL KEENE – da: DREAMERS  “UN INCONTRO” Icon_minitimeDom Nov 27, 2011 8:46 am

DANIEL KEENE – da: DREAMERS “UN INCONTRO”

PERSONAGGI (in questa scena)
MAJID un immigrato, disoccupato, trentacinque anni
ANNE una lavoratrice a cottimo, vedova, sessantacinque anni
CONTROLLORE un controllore di autobus, cinquant’anni

Pomeriggio avanzato.
Una fermata d’autobus; una panchina.
Anne, siede sola.
Dopo qualche istante, arriva un controllore, si siede alla destra di Anne.

CONTROLLORE: Buon giorno.
ANNE: Buon giorno

Pausa.

CONTROLLORE: Non ci vuole molto. Ci sono stati dei ritardi qui e là.
ANNE: Devo andare da mia figlia. Mi aspetta.

Pausa.

CONTROLLORE: Non ci vorrà molto.
ANNE: L’autobus di solito è affidabile.
CONTROLLORE: I ritardi, talvolta non ci si può fare nulla.
ANNE: Spero che non ci voglia molto.

Pausa lunga.

CONTROLLORE: Non dovrebbe. Ho finito la mia giornata e vorrei rientrare a casa, come tutti.
ANNE: Deve averne le scatole piene di girare in autobus
CONTROLLORE: Prima li guidavo. Non questa linea. Ma sono stato conducente per ben più di vent’anni.
ANNE: il traffico, va sempre peggio
CONTROLLORE: Il traffico non mi mai ha dato tanto fastidio. Ma ho dovuto rinunciare a guidare. Ho un problema alla spalla. Sono caduto in casa, dalle scale e mi sono fracassato la spalla. Non posso girare il volante come si dovrebbe. Non guido nemmeno più l’auto. Ecco..

Alza le braccia al di sopra della testa

Non posso farlo. La mia spalla è tutta … bloccata. Non posso muoverla come si dovrebbe

Abbassa le braccia.

Non potrei condurre un autobus, vede. Nessuna … flessibilità. Così mi hanno dato questo lavoro. Non ho niente in contrario. Mi aiuta a pagare le fatture.
ANNE: Le manca?
CONTROLLORE: Guidare? Si. Mi piaceva guidare. Conoscevo tutte le vie ovviamente, tutte le fermate, tutti i passeggeri regolari. Tutto questo mi manca. Adoravo il mio lavoro. Non ce ne sono molti che possono dire lo stesso.
ANNE: No, certamente no.
CONTROLLORE: Non c’è più nessuno che ami il proprio lavoro. I lavori sono cambiati, vede. Sono cambiati. Non ci si trova più soddisfazione. Tutto è diventato solo una questione di soldi.
ANNE: I lavori sono sempre stati una questione di soldi
CONTROLLORE: Non sempre, non solo di soldi. Ci sono altre cose in gioco in un lavoro, altri aspetti. Si è dimenticato tutto questo, oggi
ANNE: Davvero?
CONTROLLORE: Si, certamente. Nel frattempo, ho un lavoro. Mi aiuta a pagare le fatture. Cosa chiedere di più? Niente, immagino. Ma per me, non ha nessun senso.

Majid arriva alla fermata dell’autobus ; ha gli abiti coperti di polvere.
Si siede alla sinistra di Anne
Lunga pausa
Majid mette la mano nella tasca della giacca e prende un pacchetto di sigarette; durante il movimento la sua spalla sfiora quella di Anne.

MAJID: Mi scusi.
ANNE: Non è niente.
MAJID: Le ho messo della polvere ovunque
ANNE: Non fa nulla .

Si spazzola la spalla con la mano

MAJTD: Vuole una sigaretta ?

Le offre una sigaretta

ANNE: Sono anni che non fumo. Ma mi piace fumare
MAJD: E fa bene. Ma a me piace fumare.

Si accende una sigaretta

CONTROLLORE: Non si può fumare sull’autobus.
MAJID: Lo so.
CONTROLLORE: Arriverà da un minuto all’altro
MAJID: Ma posso fumare alla fermata dell’autobus?
CONTROLLORE: Nessuno dice il contrario
MAJID: Devo fumarne una. Oggi ho perso un lavoro che nemmeno avevo.
CONTROLLORE Se si ha un lavoro, bisogna attaccarcisi.
MAJID: Mi fanno male le mani, ho la schiena a pezzi, i miei abiti sono sporchi … ma non ho un lavoro. Ho l’aria di uno uomo che lavora no?
ANNE: Che tipo di lavoro?
MAJID: Un lavoro da mulo. Portare dei mattoni. Di quelli grossi. Ma non ho un posto di lavoro.
CONTROLLORE: Un lavoro, mica lo si trova così a nostri giorni
MAJID: Lo so, ma il lavoro di un uomo val bene qualcosa, no?
CONTROLLORE: Dipende dall’uomo
MAJID: No. Voglio dire ogni uomo … ogni uomo … non importa chi
CONTROLLORE: Forse, dipende
MAJID: Da cosa?
ANNE Io lavoro. Dovrei essere al lavoro ora. Ma mia figlia mi ha chiamato. Ha bisogno di me per dare un occhio al piccolo. Non ho niente in contrario, solo che dovrei essere al lavoro. Devo produrre un tot, se no ci perdo dei soldi. Lei lo sa, ma non capisce. Non lavora. Suo marito lavora. Guadagna a sufficienza per due. Non so casa faccia. O piuttosto, non capisco cosa faccia. Non produce niente, non vende niente. Lavora in un ufficio da qualche parte. Si veste bene. E’ sempre stanco. Ma non so cosa faccia. Ho chiesto, ma più mi spiega e meno capisco. Cero che il lavoro di ognuno vale ben qualcosa. Ma chi ne decide il valore? Io lavoro dal mattino alla sera. Ma sono povera come quando ho cominciato a lavorare e sarò così povera come oggi il giorno in cui non potrò più lavorare.
CONTROLLORE: Ecco il nostro autobus

Si alzano tutti e tre e si avvicinano all’autobus
Majid getta la sigaretta a terrà e la schiaccia con il piede

ANNE: Ci sono cose che non capirò mai
MAJID: Nemmeno io, signora, nemmeno io
ANNE: E forse è bene così
MAJID: Non credo

Il controllore guarda l’orologio

CONTROLLORE: Sette minuti di ritardo. Niente male

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