Queste sono le ultime cose. A una a una scompaiono e non tornano più. Queste sono le ultime cose. Una casa un giorno è lì e il giorno dopo è sparita. Una strada lungo la quale solo ieri camminavi, oggi non esiste più. Persino il tempo è in un flusso costante. Un giorno di sole seguito da un giorno di pioggia, un giorno di neve, seguito da un giorno di nebbia, il caldo e poi il freddo, il vento e poi la calma, un periodo di freddo pungente, e poi oggi, nel mezzo dell’inverno, un pomeriggio di luce fragrante, caldo al punto da far sudare. Quando vivi in città impari a non dare nulla per scontato. Chiudi gli occhi per un attimo, ti giri a guardare qualcos’altro e la cosa che era dinnanzi a te è sparita all’improvviso. Niente dura, neppure i pensieri dentro di te. E non devi sprecare tempo a cercare. Quando una cosa sparisce, finisce.
Le strade della città sono dappertutto, e non ce ne sono due uguali. Mi muovo. Respiro l’aria che mi è data.
Ricordi quello che mi dicesti prima che partissi? William è scomparso, dicesti, e anche se l’avessi cercato ovunque non l’avrei mai trovato. Quelle furono le tue parole. E allora ti risposi che non m’importava, che avrei trovato mio fratello. Quanto tempo è passato da allora? Non ricordo più. Anni e anni credo. Non ci penso. Ho perso il conto e niente mi riporterà mai a quello esatto.
Ecco cosa fa la città. Ti capovolge i pensieri. Ti fa venir voglia di vivere e intanto cerca di strapparti la vita.
Tratto da “ Nel paese delle ultime cose” di Paul Auster – Einaudi (pag 3-4)
da Valentina di Bologna